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Emilio Sobrero e i suoi amici al Museo Colonna di Pescara


Inaugurerà il 30 maggio prossimo al Museo Vittoria Colonna di Pescara la mostra Emilio Sobrero e i suoi amici (da Casorati a Basilio Cascella, da Carrà a de Chirico), a cura di Silvia Pegoraro, con cui prosegue il ciclo espositivo che l’Assessorato alla Cultura del Comune di Pescara ha ideato, con il patrocinio del Comune di Torino, in omaggio ad artisti torinesi del Novecento: “Passaggio a Nord Ovest. Artisti torinesi del Novecento al Museo Vittoria Colonna di Pescara”. La mostra resterà aperta fino al 20 settembre 2009. Il catalogo della mostra è edito da Silvana Editoriale e contiene i testi della curatrice. Emilio Sobrero (Torino, 1890 - Roma, 1964) è stato uno dei protagonisti più significativi dell’arte figurativa italiana dagli anni Venti al secondo dopoguerra. Alla fine del 1927, da Torino si trasferisce a Roma, dove vivrà fino alla morte, mantenendo peraltro i contatti con la città d’origine e con gli amici artisti torinesi: principalmente con i componenti del cosiddetto Gruppo dei Sei, insieme ai quali aveva esposto in molte mostre (e cioè Jessie Boswell, Gigi Chessa, Nicola Galante, Carlo Levi, Francesco Menzio, Enrico Paulucci), con Luigi Spazzapan, spesso sodale del gruppo, e soprattutto con Felice Casorati, il cui lavoro influenza fortemente la formazione di tutti questi artisti più giovani.

Sobrero partecipa a quasi tutte le principali manifestazioni espositive nazionali e anche internazionali: alle Biennali veneziane (dal 1928 al 1948); alle Quadriennali romane (dal 1931 al 1948), alle mostre del Novecento Italiano, a Milano nel 1926 e nel 1929, e all’estero.

La sua ricerca si caratterizza, sin dall’avvio del primo dopoguerra, per una chiara apertura europea, soprattutto rispetto all’area francese (di particolare rilevanza l’interesse per il lavoro di Cézanne) che lo porta a soggiornare a lungo a Parigi.

La critica, tra le due guerre – da Soldati a Ojetti, dalla Sarfatti a Carrà, da Maraini a Oppo - lo ha considerato tra i migliori rappresentanti della pittura moderna italiana. Nonostante questo, Sobrero è oggi un artista quasi dimenticato, che andrebbe riscoperto e fortemente rivalutato. La mostra pescarese ha infatti lo scopo di valorizzare l’opera di questo artista e di farla conoscere a un pubblico più vasto, rispetto a una ristretta cerchia di conoscitori, anche approfittando della vasta collezione messa a disposizione del Comune di Pescara dalle eredi di Sobrero, le nipoti Antonella e Claudia Onofri. Particolare è stato infatti anche il rapporto di Emilio Sobrero con l’Abruzzo, e con alcuni importanti artisti abruzzesi: uno dei primi ad interessarsi del suo lavoro, quando Sobrero era ancora giovanissimo, fu il pescarese Basilio Cascella (di cui l’Archivio Sobrero custodisce una lettera indirizzata al giovane artista nel 1914). Verso la fine della sua vita, invece, Sobrero vinse l’importante Premio Michetti di Francavilla al Mare, in provincia di Chieti (dove presentò alcune opere che saranno esposte anche in questa mostra).

Il percorso artistico di Sobrero viene qui presentato in relazione con quello di altri artisti operativi negli anni della sua attività, dalla formazione alla maturità, che hanno intrattenuto con lui intensi rapporti professionali e d’amicizia, in modo da contestualizzare il suo lavoro e inquadrarlo storicamente, anche grazie alla presenza di nomi di riferimento più noti al pubblico. Insieme a una scelta significativa di lavori di Emilio Sobrero (circa 50 dipinti e 30 disegni di grande formato, quasi tutti inediti) saranno esposte anche opere importanti (in totale oltre 25, di cui alcune inedite) dei seguenti artisti: Jessie Boswell, Carlo Carrà, Basilio Cascella, Felice Casorati, Gigi Chessa, Giorgio de Chirico, Nicola Galante, Carlo Levi, Nella Marchesini, Francesco Menzio, Enrico Paulucci, Luigi Spazzapan.EMILIO SOBRERO - NOTA BIOGRAFICAEmilio Sobrero nasce a Torino nel 1890 e si trasferisce a Roma alla fine del 1927, dopo aver maturato una intensa esperienza nell’ambiente artistico piemontese, prima sulla scia dei paesisti ottocenteschi, soprattutto Fontanesi, e del divisionismo di Previati, poi alla scuola di Felice Casorati, insieme a quegli artisti (Boswell, Chessa, Menzio, Levi, Paulucci, Galante) che costituiranno, di lì a poco, il Gruppo dei Sei di Torino, e con i quali partecipa a numerose esposizioni a Torino, Milano e Venezia.Dal 1920 al 1924 Sobrero decide di sospendere la partecipazione alle mostre per approfondire la lezione dell’impressionismo e del post-impressionismo italiano e francese, fino a giungere ad una profonda comprensione di Cézanne. Durante questo periodo nascono le sue suggestive nature morte, caratterizzate da una composizione serrata di volumi-luce. La conquista della forma volumetrica, salda, di immediata lettura non sarà mai abbandonata anche dopo il trasferimento dell’artista a Roma, dove nuove e diverse saranno le suggestioni dell’ambiente artistico come di quello naturale. A Roma si apre per Sobrero l’epoca dei grandi nudi, dei ritratti femminili, rispondenti anche alla poetica del quotidiano del movimento di Novecento, cui l’artista si trova a partecipare. Numerose saranno le esposizioni collettive cui sarà invitato a prendere parte, e quasi con cadenza annuale le mostre personali. La critica, pur non in modo uniforme, lo apprezzerà, e anche il mercato dell’arte gli sarà favorevole durante la sua vita. Di sicuro successo saranno le sue medio-piccole vedute di Roma, città che lo affascina, per la sua atmosfera avvolgente e il senso particolare della vita, fin dal primo momento. Cipriano Efisio Oppo, direttore della Quadriennale romana, sarà il grande estimatore di questo genere pittorico dell’artista, che lo vede impegnato fino alla fine della sua attività. Nel 1960 vince il Premio Michetti a Francavilla al Mare. Muore a Roma nel 1964. Sobrero partecipa a quasi tutte le principali manifestazioni espositive nazionali e anche internazionali: alle Biennali veneziane (dal 1928 al 1948); alle Quadriennali romane (dal 1931 al 1948), alle mostre del Novecento Italiano, a Milano nel 1926 e nel 1929, e all’estero. La sua ricerca si caratterizza, sin dall’avvio del primo dopoguerra, per una chiara apertura europea, soprattutto rispetto all’area francese (di particolare rilevanza l’interesse per il lavoro di Cézanne) che lo porta a soggiornare a lungo a Parigi. La critica, tra le due guerre – da Soldati a Ojetti, dalla Sarfatti a Carrà, da Maraini a Oppo - lo ha considerato tra i migliori rappresentanti della pittura moderna italiana. Nonostante questo, Sobrero è oggi un artista quasi dimenticato, che andrebbe riscoperto e fortemente rivalutato. La mostra pescarese ha infatti lo scopo di valorizzare l’opera di questo artista e di farla conoscere a un pubblico più vasto, rispetto a una ristretta cerchia di conoscitori, anche approfittando della vasta collezione messa a disposizione del Comune di Pescara dalle eredi di Sobrero, le nipoti Antonella e Claudia Onofri. Particolare è stato infatti anche il rapporto di Emilio Sobrero con l’Abruzzo, e con alcuni importanti artisti abruzzesi: uno dei primi ad interessarsi del suo lavoro, quando Sobrero era ancora giovanissimo, fu il pescarese Basilio Cascella (di cui l’Archivio Sobrero custodisce una lettera indirizzata al giovane artista nel 1914). Verso la fine della sua vita, invece, Sobrero vinse l’importante Premio Michetti di Francavilla al Mare, in provincia di Chieti (dove presentò alcune opere che saranno esposte anche in questa mostra). Il percorso artistico di Sobrero viene qui presentato in relazione con quello di altri artisti operativi negli anni della sua attività, dalla formazione alla maturità, che hanno intrattenuto con lui intensi rapporti professionali e d’amicizia, in modo da contestualizzare il suo lavoro e inquadrarlo storicamente, anche grazie alla presenza di nomi di riferimento più noti al pubblico. Insieme a una scelta significativa di lavori di Emilio Sobrero (circa 50 dipinti e 30 disegni di grande formato, quasi tutti inediti) saranno esposte anche opere importanti (in totale oltre 25, di cui alcune inedite) dei seguenti artisti: Jessie Boswell, Carlo Carrà, Basilio Cascella, Felice Casorati, Gigi Chessa, Giorgio de Chirico, Nicola Galante, Carlo Levi, Nella Marchesini, Francesco Menzio, Enrico Paulucci, Luigi Spazzapan. EMILIO SOBRERO - NOTA BIOGRAFICA Emilio Sobrero nasce a Torino nel 1890 e si trasferisce a Roma alla fine del 1927, dopo aver maturato una intensa esperienza nell’ambiente artistico piemontese, prima sulla scia dei paesisti ottocenteschi, soprattutto Fontanesi, e del divisionismo di Previati, poi alla scuola di Felice Casorati, insieme a quegli artisti (Boswell, Chessa, Menzio, Levi, Paulucci, Galante) che costituiranno, di lì a poco, il Gruppo dei Sei di Torino, e con i quali partecipa a numerose esposizioni a Torino, Milano e Venezia. Dal 1920 al 1924 Sobrero decide di sospendere la partecipazione alle mostre per approfondire la lezione dell’impressionismo e del post-impressionismo italiano e francese, fino a giungere ad una profonda comprensione di Cézanne. Durante questo periodo nascono le sue suggestive nature morte, caratterizzate da una composizione serrata di volumi-luce. La conquista della forma volumetrica, salda, di immediata lettura non sarà mai abbandonata anche dopo il trasferimento dell’artista a Roma, dove nuove e diverse saranno le suggestioni dell’ambiente artistico come di quello naturale. A Roma si apre per Sobrero l’epoca dei grandi nudi, dei ritratti femminili, rispondenti anche alla poetica del quotidiano del movimento di Novecento, cui l’artista si trova a partecipare. Numerose saranno le esposizioni collettive cui sarà invitato a prendere parte, e quasi con cadenza annuale le mostre personali. La critica, pur non in modo uniforme, lo apprezzerà, e anche il mercato dell’arte gli sarà favorevole durante la sua vita. Di sicuro successo saranno le sue medio-piccole vedute di Roma, città che lo affascina, per la sua atmosfera avvolgente e il senso particolare della vita, fin dal primo momento. Cipriano Efisio Oppo, direttore della Quadriennale romana, sarà il grande estimatore di questo genere pittorico dell’artista, che lo vede impegnato fino alla fine della sua attività. Nel 1960 vince il Premio Michetti a Francavilla al Mare. Muore a Roma nel 1964.

(Testo tratto da Exibart.com)

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